Brevi (e pressoché inutili) riflessioni su felicità e incazzatura in vista dell'estate 2018
"E quando ti diverti non la metti da parte un po' di felicità" (Gianna Nannini, da "Fotoromanza"). Non è possibile farlo. Ma le gioie ti lasciano intatto, a tratti bambino. Anche il tempo che passi da incazzato non te lo dà indietro nessuno, ma i dolori veri ti segnano. E non solo quelli grossi, anche quelli quotidiani. Lo stress, la noia, i soldi, due palle. Cercare di farsi prendere potrebbe essere un esercizio quotidiano. Sorridere, anzi mettersi un sorriso in faccia, serve? Bisognerebbe sentirsi tipo Maradona o Baggio negli anni d'oro, serpentina verso la rete e via liscio come l'olio. Tutto facile.