"I regard the brain as a computer which will stop working when its components fail. There is no heaven or afterlife for broken down computers; that is a fairy story for people afraid of the dark" - Stephen Hawking.
Mia figlia di 9 anni spesso mi chiede "babbo perché viviamo?". Io le dico sempre non lo so e non lo sa nessuno. Dubita sempre di tutti quelli che la fanno facile, che sono sicuri di qualcosa, perché è un mistero davvero, il significato della vita. E' tutto difficile. Sull'aldilà, io, a livello personale, la penso come Hawking, ma non sono certo. Sono certo che non mi piace pregare, che non pregherò mai un presunto creatore, ma è una questione di orgoglio, uno dei pochi slanci d'amor proprio che ho. E mi piace molto l'idea romana, pre cristiana (forse, non è che mi ricordi così bene storia, filosofia e robe varie) che tutto quello che facciamo QUI e ORA, durerà per sempre, sarà la nostra eternità. Se fai bene qui, se non ti fai fottere dalle paure e dalle tue fissazioni (le mie sono tantissime), vai bene e siccome è tutta una serie di scelte quotidiane, non è manco così difficile andare dalla parte giusta.