LAVORO, SPORT PRO E SOCIAL. TIEZZI SPIEGA TUTTO A TUTTI
nel lavoro è logico dare professionalità e lavoro. Non "il cuore". Non "l'anima"'. Correre al 100% e poi essere orgogliosi del proprio impegno, non della vittoria soltanto. L'ho sentito dire a Lele Adani, ex calciatore molto intelligente che oggi fa il commentatore con successo. Senti come ti trattano quando non vinci e capirai più o meno tutto dell'uomo medio.
Invece spesso, visto che la nostra vita, che dovrebbe essere molto più importante del lavoro, va così così, diamo al lavoro ed al "successo" nel lavoro una importanza che non hanno. Vogliamo passione ed amore dal lavoro. Ma è stupido. Il lavoro deve darci un po' di soddisfazione, ma non deve essere tutto.
Perché nel lavoro conta davvero solo una cosa, come nello sport professionistico: vincere. Se perdi soldi o la partita hai lavorato per niente e ti sostituiscono.
Stesso discorso per i social visto che la nostra vita vera, che dovrebbe essere molto più importante del social, va così così... visto che sorridere DAVVERO ogni mattina è duro, cazzeggiamo sui social.
I social non danno niente se non like o polemiche e dopamina. Sono davvero una droga. Bene a piccole dosi, dannosissimi in dosi massicce ovvero più di 30 minuti al giorno.
E quante volte li superiamo, 'sti 30 minut?
Di Ferragni ce n'è una. E non credo sia più felice di me.
(LT)