Sono sempre stato un maniaco delle parole.
Scrivo, anzi scribacchio, sentendo chiara nel cuore più che altrove la differenza tra il mio quasi nulla e il genio dei poeti.
Tutti quelli che si fissano sull'italiano "corretto" li trovo molto più lontani dalla sostanza delle parole di coloro che scrivono e parlano male cercando di dire qualcosa perché ne hanno bisogno.
Chi corregge raramente ha bisogno di qualcosa che non sia esprimere il proprio sdegno, la propria, supposta, superiorità.
Il poeta e pure, nel suo piccolo, lo scribacchino, mette una parola dietro l'altra perché non sa fare altro.