30.7.20

Il segreto del "successo"

Credere in se stessi e in ciò che si fa, se si ha un'età adulta e un'intelligenza media, non è facile. A volte non ce n'è manco motivo. A volte è cretino.
Meglio non credere affatto e studiare. Migliorare un po' everyday.
Bisognerebbe crederci un po', mica troppo. Meglio credere nelle cose belle, quando si riescono a fare. Sennò fare i numeri 2 e "spingere" quelle.
Il mito del successo a tutti i costi, che come tutti sappiamo fa rima con cesso, ce l'hanno solo gli AMERRICANI e gli American Stylish.
Fare un cazzo, perdere con stile e decadenza, in fondo non è così male.
Si vedono, se si è adulti e normalmente intelligenti (cose non comuni, specie averle entrambe), da sempre, trionfare imbecillità di diverso tipo.
La normalità viene spacciata per genio, non per calcolo, ma per banale pigrizia.
Avere "successo," spesso, vuol dire piacere agli imbecilli e ognuno di noi, soprattutto oggi, sembra essere del tutto legittimato nell'essere del tutto imbecille.
Come si fa ad approfittare dell'imbecillità dei più oggi nel mio lavoro? Sarebbe semplice. Basterebbe occuparsi di due cose: 1) ascolti finti e pompati su Spotify 2) like e fan falsi su Instagram. 3) vendere visibilità su media "importanti" con posizioni di vantaggio (...) facendosi pagare bene e lavorando poco, con minimi risultati per i clienti.
Io di queste cose non mi occupo. E quindi forse "poco successo".
Bene così.
Il mio banale e piccolissimo obiettivo è continuare così.
Continuare a provare cose che mi sembrano belle e importanti nel lavoro con qualche risultato.