2.2.22

Riflessioni sull'infelicità

Quasi tutte le mie tristezze e le mie incazzature (molte) derivano dal fatto che le cose non vanno come nei miei sogni.

Raramente rimpiango errori clamorosi. Sul lavoro ne ricordo un paio e basta. Nella vita è tutto così complicato che sbagliare un po' è del tutto naturale. L'unico errore intollerabile potrebbe essere la violenza, non solo quella fisica: picchiare qualcuno, violentare una ragazza, truffare a chi non sa difendersi. E mai lo farò. Mi fa troppo schifo. Le altre delinquenze le capisco.

Perché quindi mi girano spesso le palle? Quasi sempre mi girano le palle in verità. Non è un merito. E' un fatto. Ed è del tutto naturale sia così. Perché avrei aspettative altine.

Se sento musica, sento John Lennon o Jimi Hendrix. Se suono voglio essere degno di legar loro le scarpe. Se scrivo, devo credere di poter esser degno di Barbero. Sennò non scrivo. Leggo e basta.

Mi girano spessissimo le palle perché non voglio ricordami che ogni giorno, ovviamente, non è perfetto.

E non puoi migliorare come quando fai sport o suoni: la vita sarà sempre una melma difficile. L'unica cosa che puoi migliorare si chiama atteggiamento mentale.

(quasi) niente va come dovrebbe andare. Mai. Ogni giorno non può che essere una buona e ben orchestrata fuga dalla logica infelicità.

E invece: non mi fermo un solo attimo ad analizzare la situazione e quindi mi capisco ameno un filo. Aspetto spesso troppo a dire ciò che penso, a fare ciò che penso e mi incazzo, anche chi mi sta vicino e deve sopportarmi.

Non si può far altro che migliorare. Peggio di così è dura.