26.10.09

--- cosa voglio fare

Da oggi in poi il mio modo di lavorare cambia.

Voglio fare davvero solo a modo mio.

Lo farò, lo farò, lo farò.






24.10.09

le offerte di Leo Mondomusica meritano almeno un post



Inizio messaggio inoltrato:

Da: "Leo Mondo Musica" <info@disconet.it>
Data: 24 ottobre 2009 16.39.20 GMT+02.00
A: "LEO MONDO MUSICA" <info@disconet.it>
Oggetto: Fw: newsss

 
finalmente mi sono tornati i cdj 200 e i cdj 1000 della pioneer
 
inoltre un benvenuto alla nuova azienda artigiano del suono
una ditta giovane con le idee chiare
pian piano inseriremo tutte le cuffie
 
per gli amici torinesi stasera ci sarà una mostra fotografica "groove soul" di Maurizio Pisani
dove il Vostro partecipa come modello, dalle 19 Vi aspetto Luogo dell'esposizione: ART IN TOWN, via Berthollet, 25 - 10125 Torino
 
 
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20.10.09

Evvai che le parole contano

Le opere di XY narrano un dinamismo materico dalle allusive traiettorie emozionali.

Poi come secondo prenderei un ossobuco all'amatriciana senza peperoncino.







15.10.09

Caro Marcello Lippi, lavori (e non rompa le palle)

Caro Marcello Lippi,

Le ricordo che il pubblico è sovrano. Chi paga il biglietto è sempre in diritto di fischiare dire pure vaffanculo all'allenatore di una squadra. Se Berluscono dice sputtanare e la cosa va al Tg1 senza un biasimo, io tifoso che pago il biglietto posso senz'altro dire vaffanculo a un allenatore, pure a lei, che, tra l'altro, è pagato con i soldi dello stato. 

Sia chiaro, vaffanculo non è un'offesa personale, ormai. Tutt'altra cosa è essere razzista o dire a questo o quello che è gay etc etc. E' una cosa volgare, ma mica niente di che.

E poi, a lei e quello strapagato di Cannavaro, rompe che qualcuno le dica "andate a lavorare".

Ma perché?

Chi vive di sport e di arte, sa dai tempi di Shakespeare che il popolo, ossia il pubblico è sovrano, e fa e dice quello che gli pare.

Che il calcio o l'arte siano un lavoro è tutto da vedere, poi...

Si immagini che potevano pure riempirla di pomodori.

E adesso, caro Lippi, torni a lavorare e non ci rompa le palle con le sue arrabbiature.

Se vincerà un altro mondiale, senz'altro, la faranno santo. Se invece perderà, i fischi non mancheranno.

In tutti i casi, a me piaceva più Sacchi che più di una volta ai giocatori ricordava l'impegno che gli operai devono mettere alle pressa.

Lei mi è simpatico, ma stia un filino più tranquillo.

Sacchi il mondiale non l'ha vinto, e lei si. Ma le parole e le reazioni contano.



Il fondo del barile: De Agostini presenta due monografie: I BEATLES / I ROLLING STONES

Dopo tanti anni e dopo tanta notorietà si potrebbe pensare che sui Beatles e sui Rolling Stones si sia detto e visto tutto, ma non è così!

De Agostini pubblica in Italia due raccolte monografiche a cura di Mark Hayward con fotografie inedite scattate tra il 1963/1969.



(Le foto qui faccio pure a meno di mostrarle)



A me piacciono molto

KINGS OF CONVENIENCE 
Sold Out il concerto del 29 ottobre a Milano
ancora disponibili i biglietti per la data romana del 28 ottobre
28 ottobre 2009 – Roma – Auditorium Conciliazione
Prevendite aperte su Ticketone e Greenticket
Prezzi biglietto: 22/35 euro +d.p

29 ottobre 2009 – Milano – Conservatorio – Sold out
Prezzi biglietto: 22/35 euro +d.p


I Kings of Convenience tornano finalmente in Italia per presentare l'attesissimo nuovo album DECLARATION OF DEPENDENCE uscito per EMI il 25 settembre. 
Dopo 4 anni di attesa arriva in Italia per due imperdibili date a Roma e Milano il duo norvegese che ha incantato il mondo e raggiunto  le vette delle classifiche con i singoli Misread e I'd Rather Dance with You, estratti dal bellissimo album Riot on an Empty Street, uscito nel 2004 per Emi.

Il terzo album dei Kings Of Convenience, Declaration Of Dependence, é un disco meraviglioso per un sacco di ragioni. Per prima cosa, Eirik Bøe si trova ugualmente a suo agio nel parlare delle "idee serie" del disco così come nel ridere dei suoi momenti "bossanova intellettuali", mentre Erlend Øye é chiaramente eccitato dall'aver fatto "il disco pop più ritmico che sia mai stato fatto senza percussioni né batteria"Secondo, non c'è nessuno che faccia dischi come li fanno loro. "Quando abbiamo iniziato avevamo paura di suonare come altri artisti", dice Erlend. "Ma adesso ci sentiamo piuttosto soli".Ma la cosa che colpisce di più di questo album é quanto potentemente ricordi che fare musica non é un gioco, non é qualcosa da prendere sottogamba: questo disco é parte di un quadro molto più ampio, una relazione lunga e complicata che conosce i suoi buoni e i suoi cattivi momenti. Per essere in grado di fare una musica così apertamente emozionale bisogna essere pronti a mettere in gioco un sacco di sé, e a sviluppare l'abilità di essere brutalmente onesti circa le proprie idee. Declaration Of Dependence vede i Kings Of Convenience – una coppia di soggetti molto diversi, entrambi con un senso molto sviluppato di come fare le cose – afferrare il potere che hanno insieme. E anche più di questo, li sorprende ad ammettere quanto abbiano bisogno l'uno dell'altro per fare la musica che vogliono davvero fare. Un'onestà come questa non si verifica molto spesso nella musica pop.
 
Bello come vi aspettate, con canzoni come Second To Numb, Rule My World e 24-25 perfette come nulla che abbiano scritto finora. Declaration Of Dependence marca anche l'inizio di una nuova era per il duo. Il disco ha iniziato a prender forma nel febbraio del 2007, quando i due si sono ritagliati il tempo per una vacanza in Messico insieme. Il mese successivo hanno suonato insieme un concerto per la prima volta in più di due anni. E hanno sentito subito, insieme, la sensazione che c'era un altro disco da fare. "Davvero", dice Eirik. "Non avevamo scelta".
 
Eirik and Erlend ora vivono di nuovo a Bergen, con Erlend che ha traslocato dopo aver trascorso 5 anni a Berlino ("Volevo stare in un posto dove potessi camminare e camminare e camminare", dice ora della sua città adottiva. "Volevo perdermi in una città meravigliosa"). "'C'é un sacco di dolore creativoquando stiamo insieme", dice Erlend"La persona meno entusiasta tra tutte quelle che conosciamo é sempre l'altro. Vogliamo sempre che l'altra persona venga fuori con un'idea e che quell'idea sia superinnovativa!""Il modo in cui lavoriamo", dice Eirik, "é quello di lasciare che le cose si muovano naturalmente, e molto lentamente. I processi attraverso cui passiamo sono molto selettivi, il ché vuol dire che le canzoni che alla fine buttiamo fuori sono solo quelle che sono sopravvisute ai durissimi meccanismi di critica che ci presentiamo continuamente l'un l'altro. Bisogna essere capaci di lasciare andare alcune cose, é un po' come uccidere un proprio caro, ed é qualcosa che non smette mai di far male".

Quindi Declaration of Dependence é la storia di due persone che vivono insieme due vite molto diverse, capendo che sono immensamente più potenti insieme che da soli. In questo senso é il disco più adulto, più maturo che i Kings Of Conveinence abbiano mai fatto. 

12.10.09

E' utile vaccinare i bambini e le mamme contro l'influenza A? Un parere più autorevole del mio

Lettera ai genitori sulla "Nuova Influenza"

Il Dott. Eugenio Serravalle, Specialista in Pediatria Preventiva,
scrive
una lettera informativa ai genitori sull'influenza A/H1N1, valutando
l'utilità o meno di sottoporre i propri figli alla vaccinazione.

È importante essere a conoscenza dei dati oggettivi sulla diffusione e
presunta gravità e atipicità dell'influenza per poter scegliere in
maniera
consapevole e responsabile in un contesto - come quello attuale -
fortemente condizionato dai mezzi mediatici.

Vi preghiamo pertanto di diffondere questa lettera il più possibile:

*LETTERA AI GENITORI SULLA "NUOVA INFLUENZA"*

Cari genitori,

ogni giorno parliamo della nuova influenza, e mi chiedete se sia utile e
sicuro vaccinare i bambini.

La mia risposta è NO! Un 'no' motivato e ponderato, frutto delle
analisi
delle conoscenze fornite dalla letteratura medica internazionale. Un
'no'
controcorrente perché molti organismi pubblici, alcune società
scientifiche e i mezzi di comunicazione trasmettono messaggi
differenti:
avranno le loro ragioni.

Influenza stagionale e influenza A/H1N1: alcuni dati a confronto

L'epidemia, iniziata in Messico nel 2009, è di modesta gravità: il
virus
A/H1N1 si è dimostrato meno aggressivo della comune influenza
stagionale.
Si manifesta come qualsiasi forma influenzale: febbre, mal di testa,
dolori muscolari, nausea, diarrea tosse. Non sarà l'unica patologia che
colpirà i bambini in questo inverno, e non sarà facile distinguerla dai
circa 500 (tra tipi e sottotipi) virus capaci di infettare i bambini. I
test rapidi per identificare il virus dell'influenza A hanno poca
sensibilità (dal 10 al 60%). Il test quindi non garantisce con
certezza se
si tratti di influenza A/H1N1.

Sembra però essere un virus molto contagioso, ed è stato dichiarato lo
stato di pandemia. La sola parola-pandemia-fa paura. Ma questa
definizione
è stata appositamente modificata, facendo scomparire il criterio della
gravità, cioè della mortalità che la malattia può provocare. La nuova
influenza può colpire più persone, pare, ma provoca meno morti di
qualunque altra influenza trascorsa. La mortalità, ossia il numero di
persone morte rispetto ai casi segnalati, registrata finora nei paesi
dove
l'A/H1N1 è circolato ampiamente è dello 0,3% in Europa e dello 0,4%
negli
USA. In realtà potrebbe essere ancora inferiore. Perché generalmente i
casi con sintomi lievi sfuggono alla sorveglianza (e quindi i contagiati
possono essere molti di più), ed alcuni decessi possono essere dovuti ad
altre cause e non al virus (anche se ad esso viene data la
responsabilità).

Non deve meravigliare: purtroppo si può, e si muore, di influenza, se si
soffre di una patologia cronica, di una malformazione organica, di una
malattia immunitaria, o se si è anziani.

Le cifre variano in base alla fonte dei dati. Per esempio in Gran
Bretagna
sono stati registrati 30 morti su centomila casi e negli USA solo 302
su
un milione di casi. Nell'inverno australe (che coincide con l'estate in
Italia) in Argentina sono morte circa 350 persone, in Cile 128 ed in
Nuova
Zelanda 16. Quasi alla fine dell'inverno australe, sinora nel mondo
intero
si sono avuti 2501 decessi. Per fare un paragone, si calcola che in
Spagna, durante un inverno "normale" i decessi per influenza stagionale
sono circa 1500-3000.

La mortalità per influenza A riguarda prevalentemente persone di età
minore di 65 anni, in quanto i soggetti di età superiore sembrano
avere un
certo grado di protezione, a seguito di epidemie passate dovute a virus
simili.

Il 90% dei decessi per influenza stagionale riguarda persone sopra i 65
anni di età, l'influenza A colpisce invece prevalentemente persone di
età
inferiore (solo il 10% dei casi mortali si colloca nella fascia di età
sopra i 65 anni). Ma, in numero assoluto, l'influenza A provoca pochi
decessi tra i giovani; negli USA ogni anno muoiono per influenza
stagionale circa 3600 persone sotto i 65 anni, mentre finora ne sono
morte
324 nella stessa fascia di età per influenza A. In Australia ogni
anno per
l'influenza stagionale muoiono circa 310 persone sotto i di 65 anni. A
inverno ormai terminato, ne sono morte 132 per influenza A, di cui circa
119 sotto i 65 anni.

Perchè allora il panico?

Quanto successo nei Paesi dell'Emisfero australe ci rassicura:
l'influenza
A semplicemente arriva a colpire (leggermente) molte persone. Eppure i
mezzi di informazione hanno creato il panico. E' un tipico esempio di
"invenzione delle malattie" (disease mongering). Non si tratta della
prima
volta. Nel 2005 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva
previsto fino a sette milioni di morti per l'influenza aviaria. Alla
fine
i morti furono 262. Si tratto' di un gravissimo errore prognostico?

Secondo una delle maggiori banche di affari del mondo (JP Morgan)
l'attuale vendita di farmaci anti-influenzali e di vaccini muoverebbe
un
giro di oltre 10 miliardi di dollari.

I medicinali funzionano?

Non esiste alcun trattamento preventivo: i farmaci antivirali,
Oseltamivir
(Tamiflu) e Zanamivir (Relenza), non prevengono la malattia e su
individui
già ammalati l'azione dimostrata di questi farmaci è di poter
accorciare
di mezza giornata la durata dei sintomi dell'influenza. Né va
dimenticato
che gli antivirali possono causare effetti collaterali importanti. Il
18%
dei bambini in età scolare del Regno Unito, a cui è stato somministrato
l'Oseltamivir contro l'A/H1N1, ha presentato sintomi
neuropsichiatrici e
il 40% sintomi gastroenterici.

...E i vaccini?

I vaccini contro il nuovo virus A/H1N1 sono ancora in fase di
sperimentazione. Nessuno è in grado di sapere se e quanto saranno
efficaci
e sicuri, ma vengono pubblicizzati, con gran clamore. Basta che il
virus
cambi (per mutazione, o per riassortimento con altri virus) per rendere
inefficace il vaccino già messo a punto. Sulla sicurezza sia
l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che l'Agenzia del farmaco
europea (EMEA) dichiarano necessaria un'attenta sorveglianza. Alcuni
vaccini sono allestiti con tecnologie nuove e saranno testati su poche
centinaia di bambini e adulti volontari, e soltanto per pochi giorni.

Il vaccino che meglio conosciamo, quello contro l'influenza stagionale,
sappiamo che ha un'efficacia del 33% tra bambini e adolescenti e che è
assolutamente inutile nei minori di due anni. Esistono anche dubbi
circa
la sua efficacia negli adulti e negli anziani.

Non conosciamo la sicurezza del vaccino per l'influenza A, ma
ricordiamo
che nel 1976 negli USA fu prodotto un vaccino simile, anche allora
con una
gran fretta per un pericolo di pandemia, ed il risultato fu
un'epidemia di
reazioni avverse gravi (sindrome di Guillan-Barrè, una malattia
neurologica), per cui la campagna di vaccinazione fu subito sospesa. La
fretta non è mai utile, tanto più per fermare un'influenza come
quella A,
la cui mortalità è così bassa. Conviene non ripetere l'errore del 1976.

Un'altra motivazione a favore della vaccinazione è il cercare di
ridurre
la circolazione del virus A/H1N1 per diminuire le opportunità di
ricombinazione con altri sottotipi. Ma attualmente non esistono
strumenti
o modelli teorici per prevedere una eventuale evoluzione pericolosa del
virus. Sul piano teorico, proprio la vaccinazione di massa potrebbe
indurre il virus a mutare in una forma più aggressiva.

Come curarsi?

Per curare l'influenza A occorrono: riposo, una buona idratazione, una
alimentazione adeguata, una igiene corretta. Non si deve tossire
davanti
agli altri senza riparare naso e bocca, bisogna evitare di toccarsi il
naso, la bocca, gli occhi, facili vie di accesso dei virus, occorre
lavarsi le mani spesso ed accuratamente con acqua e sapone. Non è
dimostrato che l'uso di mascherine serva a limitare la propagazione
dell'epidemia.

Se decidete comunque per la vaccinazione, vi verrà richiesto di
firmare il
"consenso informato", una informativa sui rischi. Leggetelo bene,
prima di
decidere, chiedete informazioni scritte sui benefici e i rischi.
Chiedete e
chiediamo insieme, per tutti i vaccinati, che sia attivato un
programma di
sorveglianza attivo, capace davvero di registrare e trattare i gravi
problemi di salute che possono presentarsi dopo la vaccinazione.
Chiedete
e chiediamo che si prevedano risorse economiche per l'indennizzo ai
danneggiati.
Chiediamo di non speculare sulla salute e sulla paura.

Dott. Eugenio Serravalle,
Specialista in Pediatria Preventiva, Puericultura-Patologia Neonatale

Pisa 6 settembre 2009

Per la stesura della lettera ho utilizzato quanto scritto dal Dr J.
Gérvas:
http://www..equipocesca.org/ Gripe
https://mail.sns.it/Redirect/ www.equipocesca.org/Gripe_A, paciencia y
tranquilidad
http://www.equipocesca.org/wp- content/uploads/2009/08/gripe-
a-paciencia-y-
tranquilidad-9.doc
https://mail.sns.it/Redirect/ www.equipocesca.org/wp-
content/uploads/2009/08
/gripe-a-paciencia-y-
tranquilidad-9.doc.
e la Letteraaperta sulla nuova influenza dell'Associazione Culturale
Pediatri.

Eugenio Serravalle
autore di Bambini super-vaccinati

7.10.09

La solita prevalenza del dò

Scrivere bene, ossia in modo interessante, non è facile. Ma scrivere
dò invece che do è proprio difficile, ossia credo che l'ortografia e
la grammatica per chi ha fatto la scuola dell'obbligo, ossia tutti,
siano facili da usare. Invece non è così. D'altra parte chi scrive
con la matematica non va al di là delle tabelline, per cui la scuola,
in ambito matematico, non mi è servita proprio a niente. Diciamo
comunque che la matematica, oggi, in tanti lavori non serve... mentre
l'italiano serve in quasi tutti. E allora perché la gente scrive dò
noia e non do noia? Credo sia la solita prevalenza. Del cretino.

RIportiamo interamente perché Eva e l'argomento lo meritano

EVA HENGER DENUNCIA IL CONSIGLIERE REGIONALE FABIO DESIDERI


Roma 07/10/09. Nero su bianco risaltavano le offese fatte dal
Consigliere Regionale Fabio Desideri (PDL) ad Eva Henger tra le
pagine dei quotidiani. Con gli stessi colori Eva Henger indignata lo
denuncia.

Nei giorni scorsi la star, in occasione dell'85° Sagra dell'uva di
Marino, aveva sfilato in costume per la rievocazione del corteo
storico del ritorno di Marcantonio Colonna, in veste di nobildonna e
in qualità di Madrina della Sagra insieme a Sara Varone e Costantino
Vitagliano.

"Tutto ha un limite – ha dichiarato Fabio Desideri – La presenza di
una pornodiva addirittura con il ruolo di nobildonna, e del suo
codazzo, al corteo della Sagra dell'Uva di Marino, è un segnale dello
scadimento dei valori, una mortificazione per la cittadina e per
l'hinterland romano"

Con queste parole si concludeva, in prima pagina, l'articolo su
Italia Sera del 6 ottobre (dichiarazione riportata quasi similmente
anche sul quotidiano Libero). Ed è proprio per non far scadere quei
valori chiamati dignità, rispetto, civiltà ed educazione che Eva
Henger ha utilizzato la "tolleranza zero" sulle pubbliche accuse
ricevute.

"Non si tratta di permalosità, le critiche le ho sempre accettate -
ha dichiarato indignata Eva Henger – ma essere definita una
mortificazione per la cittadina di Marino e per l'hinterland romano è
troppo. La mia è la giusta reazione ad un atto volgare, trash, ad una
maleducazione che oltrepassa le pubbliche offese ricevute a mezzo
stampa. Un uomo politico dovrebbe sapere come esprimersi ma
l'utilizzo terminologie politicamente scorrette e soprattutto pregne
di cattiveria gratuita - ha continuato offesa Eva Henger – ledono la
mia identità come persona e come mamma. Le sue espressioni sono più
di semplici indelicati giudizi ed io non posso tollerarli."

Indiscutibilmente, poi, questo caso ha fatto male all'immagine e alla
percezione di simpatia ricevuta dal pubblico anche in occasione della
sfilata in costume di cui ne è stata Madrina.

IL MIO COMMENTO

Si apre il dibattito. Pole la donna appareggiassi all'omo? No. Chiuso
il dibattito.

2.10.09

In questo momento non sono staffato su nessun progetto

nel senso che ancora non ti han dato il bicchiere (della staffa)?

Emozioni, lavoro e banalità

L'adrenalina di un nuovo progetto non deve farmi dimenticare che il
lavoro dà soldi, non emozioni. Le emozioni arrivano dalla vita, che a
37 anni, non è il solo il lavoro. Un'emozione è un sorriso di
Penelope, che si gusta meglio quando sai che stai facendo di tutto
per farla magnà anche tra qualche anno. Banale? Certo. Però è vero.