Vanità di cortei trionfali, drammi sulla scena, greggi, armenti, duelli, un ossicino buttato ai cani, briciole di pane in un vivaio di pesci, tribolazioni e affanni di formiche, corse folli di topolini spaventati, burattini mossi dai fili. A tutto questo si deve assistere con indulgenza, senza disgusto, e tuttavia capire che ognuno vale quanto le cose a cui si interessa.
Sarà forse un semplice desiderio di gloria a distrarti? Pensa alla rapidità com cui l'oblio avvolge tutte le cose: l'abisso del tempo infinito, del prima e del poi; la vanità della fama, l'incostanza e la leggerezza di chi ha l'aria di applaudirti; lo spazio angusto in cui è confinata la tua fama. Perché la terra intera non è che un punto, di cui il luogo in cui tu abiti non è che una frazione. E anche qui, quanti e di che genere sono quelli che canteranno le tue lodi?
Non ti preoccupare. Ogni cosa avviene in armonia con la natura universale. E presto tu non sarai più in nessun luogo, come Adriano ed Augusto. Poi fissa la tua attenzione sul problema e ricordati che è tuo dovere essere un uomo onesto. Compi senza indugi ciò che la natura umana esige, dicendoti che è la cosa che ti pare più giusta. Fallo solo con cortesia, con rispetto, senza finzioni (…).
Ricordati che che ad opprimerti non sono né il passato né il futuro ma solamente il presente. E questo si riduce a ben poca cosa, se soltanto lo isoli e rimproveri il tuo intelletto ogni volta che pensa di non poterlo affrontare, pur ridotto entro limiti così ristretti (…).
La natura non ti ha fuso col composto di cui fai parte così intimamente da non permetterti di segnare i tuoi confini e dominare ciò che ti appartiene (…).
(…) In nessun luogo più tranquillo e calmo della propria anima ci si può ritirare. (…) Concediti quindi costantemente questo ritiro ed in esso rinnovati.
Sono infelice perché mi è capitata questa disgrazia? Al contrario: "Sono felice perché, malgrado la disgrazia che mi è capitata, continuo imperterrito, non abbattuto dal presente né spaventato dal futuro". Una sventura del genere può capitare a tutti, ma non tutti sarebbero capaci di continuare imperterriti (…).
(Marco Aurelio, da i Pensieri)
Un blog dedicato ai fatti di Lorenzo Tiezzi, un blog quindi senz'altro interessantissimo Se invece stai cercando i comunicati stampa di Lorenzo Tiezzi, li trovi su www.lorenzotiezzicomunicazione.blogspot.com Il sito dell'agenzia è invece www.lorenzotiezzi.it Qui, insomma, trovi solo pensieri... Poca roba.
28.4.15
il valore dell'informazione
Ovvero il giornalismo è una 'mmmerda' dalla notte dei tempi. Chi studia sociologia dei media (io l'ho fatto molto poco e più o meno vent'anni fa) sa che il giornalismo non è mica una cosa seria. L'etichettamento dei fatti per farli diventare notizia esiste da sempre ed è totalmente discrezionale, culturale, personale... Il giornalismo è appunto riempire spazi vuoti per creare attenzione / traffico / soldi, con lodevoli eccezioni, tipo qualcuno che cerca la (VERITA') ma sempre per creare attenzione / traffico / soldi. Oggi tutto si fa peggio? Certo, non c'è più una lira e tutti vogliono "coprire" le stesse cose, i caporedattori / direttori hanno a disposizione le 'notizie' online sui blog e sulle testate concorrenti (quelle che credono siano notizie, concetto comunque del tutto astratto e del tutto diverso dai fatti o dalle cose veramente importanti, sempre che queste ultime siano le stesse per tutti). E allora? E' una bolgia e dei poveri fatti quasi tutti se ne fotttono (con tre T). Cosa che però è sempre stata. Buona informazione a tutti. Va ricordato che essere un "cittadino bene informato" non è un valore da 1.000 anni, lo è da pochissimo. Buona informazione a todos.
25.4.15
Orgoglio italiano
Orgoglio di essere italiano per la resistenza? sinceramente? No. Ci hanno liberato gli anglo americani, sennò lo stronzo di Mussolini era ancora qui, mummificato, a comandarci. E per il Primo Maggio per i Lavoratori? No. Lavoratori? Tiè (diceva Alberto Sordi in quel bellissimo film).
L'orgoglio assoluto di essere italiano ce l'ho adesso a casa, a Brescia, mentre lavoro un po' e penso alle migliaia di italiani a lavorare a Londra, o altrove nel mondo, non come geni nelle Università, ma come camerieri e commessi, a farsi il mazzo 100 volte più dei British e poi diventando i più bravi, i più educati, i più sorridenti, i più con la testa dura... LORO, all'estero, a lavorare, non, purtroppo, spesso noi qui a parlare e lamentarci senza fare niente
13.4.15
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