6.6.18

26 anni dopo


Ero il più giovane del gruppo, ovviamente. A 19 anni arrivavo a Prato Ovest dall'Antella, guidando come un matto la Panda 30 che guidava pure la mia mamma da Firenze Sud. Una volta sbagliai uscita continuai verso Bologna e rischiai la vita in un sorpasso in discesa a un tir ripreso all'ultimo istante, accellerando e non frenando, come i piloti veri... Il leader del gruppo aveva una trentina d'anni e faceva il dentista. Aveva chitarre ed ampli da sogno e suonava semplice, ma bene bene. Eravamo una specie di costola dei RINF, band che nell'underground fiorentino a fine'80 credo si sia fatta notare. Si provava a casa sua e il cantante, Stefano, aveva una voce rock incredibile. Mai sentita una voce così se non su palchi importanti. Poi cambiammo nome trovando quello perfetto. Ci chiamavamo "Il Papa", nulla di blasfemo, è Stefano di cognome fa così, Papa. Ero il più giovane del gruppo, ovviamente e qualcosa forse lo valevo perché mi tenevano e mi dettero il miglior consiglio dato a una musicista rock, o pop o qualsiasi musicista: "non fare troppe note". Oggi mi sento proprio come in quella canzone dei Pink Floyd, in cui sei alla partenza della gara, bello pimpante, diciannovenne, ma ti sei perso la pistola del via e non sai dove cazzo andare. 26 anni dopo, cosa cazzo ho imparato? Ho imparato a suonare meno note, quelle giuste?