(Dietrich Bonhoeffer)
Un blog dedicato ai fatti di Lorenzo Tiezzi, un blog quindi senz'altro interessantissimo Se invece stai cercando i comunicati stampa di Lorenzo Tiezzi, li trovi su www.lorenzotiezzicomunicazione.blogspot.com Il sito dell'agenzia è invece www.lorenzotiezzi.it Qui, insomma, trovi solo pensieri... Poca roba.
28.2.19
bisogni
(Dietrich Bonhoeffer)
26.2.19
Pace
25.2.19
Selfie al memoriale dell'Olocausto
22.2.19
L'inevitabile
James Russell Lowell
20.2.19
La noia & Karl
19.2.19
IL VOTO DI IERI SULLA PIATTAFORMA ROSSEAU E' DEMOCRAZIA DIRETTA E SIA BENEDETTA --- E RENZI? RENZI CI FECE UNA DOMANDA - VOLETE AZZERARE IL SENATO? RISPONDEMMO NO...
13.2.19
l'abitudine
Sarebbe bello aver l'abitudine di non leggerli nemmeno, i risultati. Godersi ogni singolo istante che precede e segue la partita, godersi ogni secondo del 'match" in cui, porca miseria, sei proprio sicuro di vinto o perso davvero?
Bisogna abituarsi e cercare soprattutto di non abituarsi mai. L'uomo infatti è un animale abitudinario. La mia vita è fatta di continue routine su cui si appoggia il mio poco, quel poco che si spaventerebbe troppo del nulla che c'è intorno. Devo immaginare una strada, un sentiero. E' una necessità o una abitudine?
Ricordo la prima volta che nuotai da solo con la maschera al mare con 30 metri di fondo sotto, un mare cristallino, con sotto i pesciolini... Nuotavo già benissimo, ma il senso di vertigine fu grande. Ecco. Quella roba lì, quella sensazione lì l'abitudine, super comoda, ma te la leva.
11.2.19
LA SERENATA DEL CAVALIERE
LA SERENATA DEL CAVALIERE
"Era un Olmo senza troppe qualità. C'era poco da dire. E più ci pensava, meno trovava in se stesso qualcosa di speciale. Non era alto, per essere un Olmo, il suo tronco non era robusto come quello di altri suoi coetanei. Anche l'ombra che gettava non era poi questa gran cosa, a causa della forma allungata che aveva assunto con gli anni. Aveva più di 100 anni, non si poteva certo dire un giovincello. Quindi, a malincuore, aveva accettato che questa fosse la realtà: non era nulla di speciale.
Per passare il tempo aveva preso l'abitudine di immaginarsi diverso: gli sembrava l'unico modo per ingannare un po' la realtà. Com'era bello sognare di essere un cavaliere. Com'era brutto svegliarsi ed essere solo quello che era.
Finché gli capitò di ascoltare il vento.
Sì perché una sera, preso da un impeto di orgoglio, aveva deciso di vincere una delle sue paure, quella del buio, e di restare sveglio molto oltre il suo solito orario della buonanotte, che di solito si aggirava al crepuscolo, visto che non vedeva l'ora di sprofondare in un sonno profondo e ricominciare a sognare.
Quella sera si era sforzato di resistere e si era accorto di un canto che non aveva mai sentito. Era un canto dolce ma forte, che profumava di terra, di paesi lontani, di spezie esotiche e fiori delicati. Che imbarazzo accorgersi che i suoi rametti danzavano impazziti al suono di quella melodia! E se qualcuno lo avesse visto? Accarezzati da quella brezza profumata e sensuale i suoi rami sembravano ballerini instancabili, agili ed eleganti. Era la prima volta che si sentiva fiero di loro e, con ritrovato orgoglio, si ritrovò a pensare che i robusti rami delle querce che tanto invidiava non se la sarebbero cavata altrettanto bene.
Si mise alla disperata ricerca della fonte di quella melodia finché una folata di vento più forte e decisa delle altre non gli sfiorò le orecchie disvelando la verità. Quella brezza calda e delicata tornava ogni sera a incontrare i suoi rami e, unendosi a loro in una danza sensuale e gioiosa, dava vita a quella melodia benefica.
Per la brezza l'Olmo era speciale. Era lui l'unico da cui tornare, da incontrare ogni sera con gratitudine.
Solo con lui aveva voglia di condividere storie, odori e immagini raccolte durante il suo peregrinare. Peccato lo trovasse sempre addormentato!
Lei che girava i continenti e accarezzava piante, fiori, alberi maestosi, aveva imparato a portarsi dietro il ricordo dei profumi che più amava: il Vetiver, il Patchouli e la Cannella dalla speziata e "terrosa" India; le note dolci dell'Ibisco e quelle intense del Sandalo dalla California; la meraviglia del Gelsomino e del Geranio dai più bei giardini del mondo; le note agrumate del Limone e del Pompelmo dagli agrumeti del Mediterraneo; la virilità del Cedro Atlantico dalle terre del Nord Africa; la sensualità della Salvia Sclarea dalla semplicità degli orti domestici curati con pazienza. Profumi, colori, suoni, danze, ricordi.
Un rito che quella brezza serale portava in dono all'Olmo ogni sera per dar vita insieme a lui a quel canto. A quell'incanto.
Che rivelazione per l'Olmo. Che gioia! Che fierezza di essere ciò che era. Era capace anche lui di qualcosa di grande e bello. Da quel giorno sapeva chi era, e ne era felice, e ringraziava la natura per avergli dato quei rami così sottili e "ballerini". Aveva una missione ora: attendere la sua brezza e danzare con lei, ognuno nella pienezza della propria individualità, così unica e così misteriosamente indispensabile all'altra.
L'Olmo aveva la sua bella a cui fare ogni giorno la serenata. E la brezza aveva il suo gentile cavaliere, dal quale lasciarsi cantare.