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24.9.21
Simenon, Maigret, La mano
Sto leggendo "La mano" e sono arrivato a circa 3/4 del libro. Molto diverso dai Maigret, anche dai più cupi, è un romanzo senz'altro scritto splendidamente e senz'altro è stato scritto con fatica, a differenza di molti Maigret. Questa fatica, pur nel mestiere dello scrittore, che in Simenon è sempre soprattutto maestria, si sente. La leggerezza di quasi tutti i Maigret manca del tutto. Si annaspa, come sembra fare il protagonista, come sembra fare lo scrittore e non è una sensazione piacevole... non che tutti i libri debbano essere piacevoli. Ho appena finito "Ubik" di Philip K Dick, una botta assoluta ma alla fine vario e pieno di vita, sia pure stramba. Mentre "La mano" lo definirei per un romanzo potente ma monocorde. E' un romanzo potente e flebile allo stesso tempo. Chiaramente è una scelta, che lo scrittore geniale riesce a portare a casa con bell'8. Ma il 10 è lontanissimo ed è il voto che darei a molti Maigret. Se c'è una cosa che i Maigret NON sono è monocordi e paradossali. La vita vera passa quasi sempre tra un delitto e l'altro, tra un'ossessione (spesso magnifica) dello scrittore. Mi viene in mente Petrarca, che non sbaglio, che oggi ricordiamo per le poesie in volgare, mentre lui era convinto che sarebbe stato ricordato per certi poemi in latino oggi dimenticato. Ma forse mi sbaglio.