15.7.23

MALINCONIA E FELICITA'

MALINCONIA E FELICITA'
La malinconia spesso confina con la felicità. Non perché il passato sia perfetto, il futuro sia solo una vaga ipotesi e il presente faccia schifo. No. Questo confinerebbe con la sega mentale. E' che quando meno te aspetti ti vengono in mente cose belle, istanti che hai vissuto. Cose piccole. Ma perfette.
A volte mi vengono in mente cose tipo mia nonna che prima di dormire, mezza voce, ricordava il mio nonno, che se ne andò prima di lei, dicendo cose tipo "Enzo siamo stati una vita insieme, ora sono sola però...". Si sentiva d'estate, con le porte aperte.
E sempre dalla stessa camera, tra Firenze e il Chianti, in mezzo agli ulivi, forse qualche anno più tardi, o forse no, sentivo l'eco di un microfono da cui un gruppone di americani faceva il classico discorsone da matrimonio con tutto il cheering (l'applauso commosso) di parenti e amici. "Vi ho visto crescere, so che sarete felici", battute e banalità condite. Molto stars and stripes, d'estate.
Tutto questo mi torna in mente mentre ascolto a Radio24 una persona simpatica come Iva Zanicchi, anche lei romagnola come la mia nonna. E io, 40 anni fa, ogni anno a Pasqua dovevo andare a pranzo a Rocca San Casciano, nel mezzo dell'Appennino, con mia sorella e tutta la famiglia e non volevo andarci mica. Tutti gli anni. Pensa che scemo. Oggi quando posso faccio apposta il Muraglione e mi fermo a Rocca.
A fare che non lo so.