11.1.11

Oscar, dove andremo a finire con 'ste tasse?

"SPECIALE EVASIONE FISCALE"

1) EVASIONE FISCALE: L'ITALIA È AL PRIMO POSTO IN EUROPA CON IL 50,5% DEL REDDITO NON DICHIARATO

Nei giorni scorsi abbiamo riportato i risultati del Rapporto annuale dello Sportello del Contribuente, dai cui è emerso che in Italia il fisco incassa solamente il 10,4% delle somme evase accertate. Il Nostro Paese, secondo, l'Associazione Contribuenti.it, è lo Stato europeo con la più alta evasione fiscale, con il 50,5% del reddito imponibile che non viene dichiarato. Molto più che la Romania, che figura al secondo posto con il 41,6%, e della Bulgaria, che risulta al terzo posto, con il 38,3%. Ai margini del podio troviamo l'Estonia con il con 37,4% e la Slovacchia con il 32,4%. Dall'altra parte i Paesi europei più rispettosi del fisco sono la Svezia con il 7,6% del reddito imponibile evaso, seguita dal Belgio con il 10,3% e dall'Inghilterra con l'11,9%. Secondo l'Istat nel nostro Paese, lavoro non regolare ed evasione spingono l'economia sommersa al 17,5% del valore del Pil. (da http://www.blogrisparmio.it/fisco/evasione-fiscale-l-italia-e-al-primo-posto-in-europa-con-il-505-del-reddito-non-dichiarato.html)

2) PROFILO PROFESSIONALE DEGLI EVASORI PER CONTRIBUENTI.IT: soprattutto Industriali (32.8%) bancari ed assicurativi (28,3%)

Nei primi 11 mesi del 2010 l'evasione fiscale in Italia è cresciuta del 10,1%, confermandosi al primo posto in Europa con il 54,5% del reddito imponibile evaso. In termini di imposte sottratte all'erario siamo nell'ordine dei 159 miliardi di euro l'anno. E' quanto emerge da una nuova indagine effettuata da KRLS Network of Business Ethics per conto di "Contribuenti.it", il magazine dell'Associazione Contribuenti Italiani, condotta elaborando una serie di dati ministeriali, delle banche centrali, degli istituti di statistica e delle Polizie tributarie dei singoli Stati europei.
In Italia, negli ultimi 5 anni, l'indice della "Tax compliance", che misura la fedeltà fiscale dei contribuenti, è sceso di 11 punti passando da 28,94% a 17,61%. Considerato che nei primi 11 mesi del 2010 sono stati sottratti al fisco altri 29 miliardi, l'ammontare complessivo evaso in questi cinque anni si avvicina ai 64 miliardi di euro.
Nella speciale classifica degli evasori, l'Italia è seguita da Romania (42,4% del reddito imponibile non dichiarato), da Bulgaria (39,8%), Estonia (38,2%), Slovacchia (35,4%). 
In Italia i principali evasori sono gli industriali (32,8%) seguiti da bancari e assicurativi (28,3%), commercianti (11,7%), artigiani (10,9%), professionisti (8,9%) e lavoratori dipendenti (7,4%).
A livello territoriale l'evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest (29,4% del totale nazionale), seguito dal Sud (24,5%), dal Centro (23,2%) e dal Nord Est (22,9%). 
Cinque sono le aree di evasione fiscale analizzate da Contribuenti.it: l'economia sommersa, l'economia criminale, l'evasione delle società di capitali, l'evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese. 
Inoltre, analizzando i bilanci dal 2005 al 2009 delle società di capitali, è emerso che su 800 mila società, la metà delle imprese presenta bilanci in rosso per più anni consecutivi (senza dunque pagare imposte), mentre il 15% delle grandi società di capitali dichiara redditi inferiori ai 10mila euro. Tra queste figurano anche società e banche quotate in borsa e alcune delle principali industrie italiane. 
"Per combattere l'evasione fiscale bisogna ridurre le attuali aliquote fiscali di almeno 5 punti, migliorare la qualità dei servizi pubblici offerti eliminando gli sprechi di denaro pubblico e riformare il fisco sulla tax compliance - afferma Vittorio Carlomagno Presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani - L'evasione fiscale è diventato lo sport più praticato dagli italiani al punto che anche i morti evadono il fisco tumulandosi da soli. Serve archiviare al più presto e per sempre la stagione degli accordi con gli evasori, prevedendo per gli stessi, oltre le manette, la pena accessoria dell'esclusione per sempre dai bandi pubblici, dagli incentivi e dai finanziamenti statali e comunitari, come accade in tutti i paesi civilizzati. 

3) QUELLO CHE DICE VINCENZO VISCO

Dell'evasione in Italia si sa praticamente tutto. Il problema di fondo consiste nel fatto che vi sono redditi completamente tracciabili e tracciati e altri che non lo sono. Se si ritiene che la riduzione dell'evasione sia utile, andrebbero reintrodotte integralmente le misure varate dal governo Prodi e subito abrogate dal governo Berlusconi. Con un passo ulteriore: grazie all'anagrafe dei conti bancari è possibile oggi richiedere agli intermediari finanziari la trasmissione al fisco dei saldi finali annuali di tutti i contribuenti, come avviene in altri paesi. Sull'evasione fiscale in Italia si sa praticamente tutto: si conosce il suo ammontare (circa 120 miliardi); la sua distribuzione territoriale a livello sia delle regioni che delle province (l'evasione complessiva è più alta al Nord che al Sud, ma l'evasione delle imprese e dei lavoratori indipendenti è più alta al Sud). Così come si conosce l'incidenza rispetto alle diverse tipologie di reddito: è molto ridotta per i redditi da lavoro dipendente (3-4 per cento); inesistente per le pensioni (ma presente presso i pensionati che hanno un'altra fonte di reddito, spesso in nero); ridotta nell'industria in senso stretto (5-7 per cento), ma molto elevata nel settore delle costruzioni e ancora più in quello dei servizi. Tra i lavoratori indipendenti, i professionisti evadono di meno (33-35 per cento) e gli imprenditori di più (50-60 per cento). Evadono più i giovani degli anziani, più gli uomini delle donne, molto più le imprese piccole, non strutturate a stretto controllo familiare, che non le grandi, che peraltro eludono quello che possono.

4) Cosa dice il Sole24Ore


Nei primi quattro mesi del 2010 l'imponibile evaso in Italia è cresciuto del 6,7 per cento. Lo ha affermato Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani. «In termini di imposte sottratte all'erario», si legge in una nota, «siamo nell'ordine dei 156 miliardi di euro l'anno. È la stima calcolata da KRLS Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it. Cinque sono le aree di evasione fiscale analizzate: economia sommersaeconomia criminale, società di capitali, «big company» e lavoratori autonomi e piccole imprese. L'economia sommersa sottrae al fisco italiano un imponibile di circa 135 miliardi di euro l'anno». I lavoratori in nero sono circa 2,4 milioni, di cui 850.000 sono dipendenti che fanno il secondo o il terzo lavoro. Si stima un'evasione d'imposta pari a 34 miliardi di euro.


«Per l'economia criminale realizzata dalle grandi organizzazioni mafiose che, in almeno quattro regioni del Mezzogiorno, controllano buona parte del territorio, si stima che il giro di affari non «contabilizzato» si attesta sui 178 miliardi di euro l'anno, pari a un'imposta evasa di 63 miliardi di euro. Per le società di capitali, escluse le grandi imprese, è emerso che l'81% circa delle società di capitali italiane dichiara redditi negativi (53%) o meno di 10mila euro (28%). In pratica su un totale di circa 800.000 società di capitali operative l'81% non versa le imposte dovute. Si stima un'evasione fiscale attorno ai 18 miliardi di euro l'anno

Per le big company, una su tre ha chiuso il bilancio in perdita e non pagando le tasse. Inoltre il 94% abusano del «transfer pricing» per spostare costi e ricavi tra le società del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei paesi dove di fatto non vi sono controlli fiscali sottraendo al fisco italiano 31 miliardi di euro. I lavoratori autonomi e le piccole imprese sottraggono all'erario circa 10 miliardi di euro l'anno

In testa ad aprile 2010 tra le regioni, dove sono aumentati numericamente gli evasori fiscali, risulta la Lombardia, con +10,1%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente al Veneto con + 9,2% e alla Campania +8,0%. A seguire la Valle d'Aosta con +7,3%, il Lazio con +7,1%, la Liguria con +6,3%, l'Emilia Romagnacon +6,1%, la Toscana con +5,4%, il Piemonte con +5,2%, le Marche con +5,0%, la Puglia con +4,5%, la Sicilia con +4,5% e l'Umbria con +4,4%».

A risentirci, Oscar, la ascolto sempre con piacere... 

A me sembra che non sia vero niente che si sa tutto sull'evazione, io ne capisco qualcosa solo da quando ascolto lei

Io in giro sento solo luoghi comuni, mentre la realtà è complessa e non divide gli italiani (come dice Visco) in evasori e tartassati... anzi si, solo che gli evasori (srl, industriali, banche assicurazioni, statali) sono spesso additati come tartassati e viceversa (professionisti, artigiani, etc). 

Lorenzo Tiezzi