12.1.22

LA SOCIETA' DEI FAMOSI CELEBRA IL DIVO SASSOLI

LA SOCIETA' DEI FAMOSI CELEBRA IL DIVO SASSOLI

Un tempo c'erano i re e i nobili, tra l'altro i nobili più in Occidente che in Oriente (lì far carriera era molto più facile, a Costantinopoli che a Venezia). I potenti erano loro.

Oggi invece la nostra società, che sembra così libera e liberale, ha altri dei. Quali? Ma è ovvio. I Famosi.

I Famosi vengono celebrati non per la loro bravura o le loro qualità ma per la loro stessa fama, unica qualità che conti e che dia ricchezza, potenza e dignità.

Diventare famoso, diventare più famoso, emergere dalla nullità del lavoro (...) è l'unico obiettivo nella nostra società, o quasi. Il famoso guadagna cifre folli appunto perché famoso. Gli altri si genuflettano. La fama aumenta le differenze e trasforma l'imprenditore in guru e semidio, se vivente o morto (Musk e Jobs)

La visibilità mediatica, in un oceano di media diversi che raramente diventano congruenti (social, tv, radio, giornali, sport, musica, gossip etc) crea poche star globali, paradossalmente. Perché la star dei videogame è sconosciuta ai più, in Italia, ma per la sua nicchia è Dio.

La fama associa Lady Diana, i Ferragnez e il giornalista / politico / morto nel fiore degli anni (mix invincibile) David Sassoli, che viene raccontato in questo periodo come santo, poeta e navigatore.

Ogni giorno muoiono migliaia di persone, solo in Italia, ma Sassoli, di cui tutti più o meno ignoravamo sentimenti ed operato, dovendoci solo sorbire invece le sue politiche e geniali dichiarazioni (quelle sull'eroico ruolo del parlamento europeo aperto durante la pandemia ad alcuni possono essere sembrate un filo esagerate, visto che molti nel continente sono morti per la pandemia, altri si sono impoveriti ed altir ancora hanno semplicemente lavorato) si merita paginate di coccodrilli sui giornali.

Sassoli oggi è divo e ieri, in quanto famoso, era quasi divino. Il mondio si fermi per Sassoli, vada giustamente avanti per tutti gli altri. 

Come accadeva del resto quando moriva l'imperatore. Non c'è nessuna evoluzione. Anzi. Va peggio. Un tempo il re pensava a volte a suoi sudditi. Il famoso, diventato famoso per la sua qualità famosa divina, è tale perché diverso dalla plebaglia. 

Ai poveracci non pensa nessuno, se non per fini di marketing e con cifre bassissime rispetto agli incassi (Fedez che fa beneficenza pubblica è un esempio e non il peggiore, perché almeno un po' la fa. Apple - Jobs non la fa, mai. Musk - Tesla neppure).

Avanti così, verso la rovina... ma siccome è già tutto più o meno rovinato, non ci resta che ballare sulle rovine più vecchie. L'unico obiettivo possibile è essere pubblico plaudente il meno possibile. Avere interessi veri, che vadano al di là del voyeurismo sugli amori e suoi pensieri e sulla abitudini della star del momento. Cercare di fare soprattutto cose che non rendano ricchi e famosi (neppure in una nicchia) potrebbe essere un obiettivo ragionevole.