8.9.08

Romagnoli, Phelps e la cultura sportiva di noi italiani

Rileggevo l'altro giorno l'articolo non troppo lungo che Gabriele
Romagnoli ha scritto sulle Olimpiadi di Pechino e Vanity Fair ha
pubblicato il 20 agosto. Allora la Pellegrini era solo una belloccia
che aveva perso i 400 stile libero, mentre Phelps uno che aveva vinto
la sua seconda medaglia nella staffetta 4x100 stile libero 'grazie ad
uno meno famoso e sponsorizzato di lui' (o qualcosa del genere, non
ricordo le parole esatte) e la Pellegrini una che era 'affondata' a
metà gara.

Ricordo a Romagnoli che in Usa la staffetta la fanno col
cronometro: ai Trials, i loro campionati nazionali, fanno i 100 metri
e i primi 4 americani, i più veloci, nuotano la staffetta. E' dalle
nostra parti che gli atleti vengono selezionati. Là basta nuotare
forte. Phelps poi è un mezzofondista e nuota meglio a farfalla che a
stile libero e non per caso è partito per primo: di solito il più
forte non parte per primo. Dopo i suoi 100 metri gli Usa erano
secondi dietro l'Australia a pochi centesimi. E quindi, come è ovvio,
non è vero che Phelps la sua seconda medaglia nella staffetta 4x100
stile libero l'ha vinta 'grazie ad uno meno famoso di lui'. La
medaglia di squadra l'ha vinta, guarda strano, la squadra USA e non
Phelps da solo.

Riguardo alla Pellegrini, è una ragazza di 20 anni e non mi pare così
strano che abbia vinto 'uno solo' dei due ori che, forse, avrebbe
potuto vincere. Tanti di quegli atleti la sognano per anni
l'Olimpiade, altri come Emiliano Brembilla (40 titoli italiani
assoluti) a Pechino c'è andato per una staffetta che, ancora, non ha
vinto niente... ma era così contento, a fine giochi. E ci credo... Ho
insegnato nuoto per anni a tanti bambini e la sua medaglia, non so
bene perchè, la medaglia di Pellegrini la sento anche un po' mia e
non credo di essere l'unico.

Il punto, secondo me, è che lo sport è un gran bel lavoro. La 44enne
Josefa Idem, intervistata dopo aver 'perso' l'oro per un millesimo ha
dichiarato di essere contenta del risultato e che si sentiva molto
più fortunata della sorella che lavora in fabbrica e fa i turni. Poi
ha interrotto l'intervista perché doveva andare a consolare uno dei
figli che avrebbe voluto ascoltare l'inno italiano. Punto e basta. E
l'intervistatore di "Magna Rai" continuava solo a chiederle cosa era
mancato perché non aveva vinto l'oro, come se la medaglia appena
vinta non contasse nulla. Quando Antonio Rossi è arrivato quarto è
sceso dalla barca sorridendo e accennando al suo amico Yuri Chechi...
Ma la fatica che ha fatto per rimettersi in barca alla sua età deve
essere stata tanta, tanta, tanta.

Lo sport ha una sua morale, che è semplicemente che vincere è tutto e
perdere fa schifo. Ma se hai dato tutto puoi anche accontentarti
perché non si può vincere sempre. Dalla glorificazione dei medagliati
e dallo scarso interesse per prestazioni e risultati che ho visto in
tv e sui giornali, di tutto ciò in Italia si parla poco e niente,
anche durante le Olimpiadi. Ma la nostra cultura sportiva, nonostante
alcuni articoli e maniaci del calcio, sta crescendo...

Questa benedetta cultura sportiva sta crescendo ANCHE grazie a
Romagnoli, Covacich e Vanity. Perchè, dopo quell'articolo citato, che
mi ha fatto un po' arrabbiare, altro che un po'... Romagnoli ha
scritto un bellissimo articolo di chiusura sulla pallamano, e di
Covacich non dimenticherò mai l'articolo spiegazione alla sua ragazza
- fidanzata - moglie sul ciclismo.
E quindi, nonostante qualche sbaglietto, Vanity allo sport fa bene.

Ciao, Lorenzo Tiezzi