25.9.19

FAKE NEWS, il FINTO RENZI A STRISCIA (...)


Wired, gruppo editoriale Condé Nast, quello di Vogue, GQ, Vanity Fair... gruppo editoriale serio, scrive un articolone contro l'imitazione  "deep fake" di Renzi a Striscia la Notizia

Eccolo: 


Secondo l'autore Simone Cosimi il (povero) spettatore sarebbe stato tratto in inganno

Nonostante Striscia sia famoso per la satira e le provocazione e non per le news (si sa che non è un tg), lo spettatore, che si sa è sempre più sprovveduto di tutti, quasi un bimbo… lo stesso spettatore che votò Berlusconi perché non si accorgeva dei "trucchi tv" che B. utilizzava, quel povero spettatore che ieri non votava Berlusconi coscientemente e perché amava sinceramente e capendo il suo successo e i suoi discorsi (...), insomma il povero spettatore resta debolissimo.

Non capisce. Non è che non vuol capire, secondo Cosimi.

Anzi, oggi è vittima ogni giorno di fake news.

Sono in totale disaccordo.

Il problema non è proteggere il povero spettatore. 

Berlusconi vinse perché gli italiani lo amavano e le strategie politiche di Renzi (voltafaccia?) sono evidenti. Per questo Ricci di Striscia, genio della tv, li mette in scena. 

Noi, come persone, vogliamo crederci alle fake news. E' un "problema", anzi un fenomeno,  che spesso è stato indagato da chi si occupa di sociologia dei media e studia queste cose, non certo dai giornalisti (che riempiono i media di contenuti futili ogni giorno) -

Ha fatto scuola (e si studia infatti) l'episodio di Orson Welles che fece finta alla radio che fossero sbarcati i marziani. Ci credettero in tantissimi, nonostante gli avvertimenti prima, dopo e durante la trasmissione.

Le fake news ci piacciono, ci fanno sognare - ci fanno dire: allora avevo ragione io, quel politico è un ladro (già non mi piaceva). Ci danno notizie schierate perché è quel che vogliamo sentire.

Non va poi dimenticato che i grandi gruppi editoriali, così come i media di settori, oggi, in tempo di crisi, dipendono sempre più dalla pubblicità. La pubblicità, che sempre più viene mascherata da contenuto editoriale "giornalistico" ovvero imparziale. La pubblicità orienta i media? Oggi si. Oggi più di ieri. 

Inoltre, il problema più grande immenso,  è quello dei grandi operatori come Google, Facebook Instagram: loro si ogni giorno influenzano la nostra vita, non con piccole fake news, ma "inscatolando" in post il nostro pensiero.




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