11.10.14

Ciao Mario

Ieri ho finito di rileggere o più probabilmente di leggere per la prima volta interamente "Il sergente nella neve" di Mario Rigoni Stern. E' un piacere che mi son voluto gustare pian piano. Anni fa avevo letto, "Stagioni", un suo libro scritto da vecchio. Me lo regalò mia zia per caso. Rimasi folgorato. Poi sono passato alla Trilogia dell'Altopiano, che mi sono divorato ed altri libri.  Sul sergente (secondo me sta bene così, minuscolo) avevo pure visto una bellissima intervista di Marco Paolini, che per quasi tutta la durata dell'intervista sbaglia titolo e lo chiama il sergente della neve. Rigoni non lo corregge, perché Paolini aveva capito tutto del libro, cosa conta una sillaba? Tutto quello che scrive Rigoni è semplice come una nevicata in montagna. C'era solo una frase, nel cuore del libro, che mi suonava un po' così... e nella postfazione ho letto che la volle aggiungere Vittorini (il curatore). Rigoni infatti nei libri successivi non spiega, perché le cose la natura non le spiega. Le fa.

Riuscirò mai a scrivere così? Non credo. Non ho vissuto la sua vita. Le parole sono solo dettagli. Ma quella vena di ottimismo, quella Luce che Rigoni vede in tutta la natura, c'era, c'è e ci sarà, per lui, anche nella ritirata di Russia, che NON fu un rotta. Fu ed è un esempio di come i nostri soldati, pochissimi di loro, si son salvati la vita da soli... e pure un esempio di chi invece decise di rimanere imboscato, spero ce la fecero in tanti, come Rigoni. Io non sono ottimista quanto lui, ma questa Luce in Cassola non c'è. Ho riletto "Il taglio del bosco" ed altri racconti, non ci vede mai uno spiraglio di bella vita, come quasi sempre in Hemingway. Sono scritti eccellenti, anche più bravi di Rigoni ma io vorrei un giorno, sogno di scrivere come Rigoni. Come Fruttero e Lucentini, che se non erano ottimisti, erano disincantati ed amanti della vita. Cassola non direi.

Di Mario (Rigoni Stern) non so se è morto o se è ancora vivo. Se è vivo di anni ne ha tanti tanti tanti. Uno che scrive così ha fatto quel che deve fare e se ne va contento.