25.4.21

Scrivere, leggere, suonare, produrre, i selfie

Scrivere, leggere, suonare, produrre, i selfie
Scrivere è un'attività molto egoriferita.
Lo si fa perché egocentrici da millenni.
Scrivere per sé può anche essere una terapia, non a caso la usano molti psicologi. E' roba tecnica, l'auto analisi, di una noia mortale.
Leggere, mediamente, è molto meglio.
Certo, scegliere Fabio Volo per leggere è come mangiare Nutella invece che una qualsiasi crema di nocciola che costa uguale o meno ed è migliore, ma si può anche leggere Volo (non io).
Suonare interpretando davvero quello che suoni è diverso. Perché in Italia nessuno impara a suonare a scuola.
Per suonare in modo decente qualcosa, fosse anche la chitarra acustica, ci vogliono anni.
Non si suona solo per esprimersi ed ascoltarsi (per quello basta un selfie o scrivere), lo si fa perché la musica è una cura.
Come una medicina.
Te la devi suonare da te per quello, perché anche se Mozart vale 100 volte me, la mia musica non l'ha scritta.
Me la devo suonare io.
E non è come scrivere queste cosine. E' 100 volte tecnicamente più difficile, suonare.
Oggi grazie al computer, non si suona più. Si "produce". Ovvero, si mettono in fila 4 loop / campionamenti, per esprimersi o far self marketing.
Anche TheWeeknd fa così, perché mettere insieme due sample diversi e poi crearci sopra una melodia può essere divino quanto Mozart, difficile quanto scrive la Nona di Beethoven. E lui è divino.
Ma mediamente il computer ha alzato la quantità della musica abbassando in modo esponenziale la qualità, perché pochi suonano.
Quasi tutti producono (con auto tue, sequencer che mettono a tempo, etc)... ma qualcuno fa.
Produrre musica che sia più di un selfie è difficile. Ma c'è chi lo fa.
Meno male.