28.3.20

PAPA & (SE STATALI) LAVORARE POCO: AI TEMPI DEL CORONAVIRUS L'ITALIA MICA CAMBIA

PAPA & (SE STATALI) LAVORARE POCO: AI TEMPI DEL CORONAVIRUS L'ITALIA MICA CAMBIA

L'italiano si affida a santa romana chiesa (minuscolo), che tira fuori pochi euri, ma comunica da Dio. E' dai tempi dell'ex scultore Michelangelo messo a servizio dell'altissimo per la Cappella Sistina. La scenografia e le parole usate del pontefice hanno colto nel segno, per un popolo che ha oggi bisogno di segni, di lacrime e autocommiserazione.

La chiesa ha esperienza, da millenni sa come raccontarsi al popolo, un popolo che sembra ancora quello che a Santa Croce a Firenze andava a farsi raccontare gli affreschi dai frati (perché era analfabeta, oggi siamo analfabeti funzionali e malati di infodemia, cambia pochissimo).

Non è certo commozione che ci fa piangere vedendo il papa. La parola commuoversi vuol dire muoversi insieme e oggi mi sa proprio che le file di volontari, donatori di sangue, gente che rischia il culo per gli altri non aumenteranno. I tanti che fanno non aspettano certo segni. Fanno. E' il terrore e la paura di crepare che unisce la maggioranza o il "comune sentire", che è il quasi nulla. Sentire conta zero. Chi fa vince.

D'altra parte a santa romana chiesa importa che si preghi e ci si prostri all'altissimo, non che si faccia e/o si si risolva, per cui obiettivo è raggiunto. Dopo la benedizione papale senz'altro l'italiano andrà a messa un pochino di più quando potrà, e soprattutto a tempo debito andrà in paradiso. Già sente di meritarselo per il tanto soffrire.

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Nel mezzo di mille discorsi tv, ieri ha parlato pure il ministro dell'istruzione, che ha detto l'ovvio.

Se anche si dovesse tornare a scuola (lo speriamo tutti, pure gli insegnanti), è ovvio, non si andrà a scuola ovvero a lavorare a luglio. Agosto manco menzionato. E' più probabile che arrivi l'apocalisse vera che molti statali (non tutti) lavorino nei pressi di Ferragosto.

Ha detto così: è ovvio che tutto il "comparto scuola" sta lavorando anche oggi. Costringere tutto il comparto a lavorare anche a luglio e agosto sarebbe come dice che oggi non stanno lavorando.

Ha detto proprio così. Non ha detto: in questo momento c'è bisogno di sacrifici per i nostri STUDENTI che hanno DIRITTO ad imparare. Non ha detto: la scuola online e le video lezioni interattive ce li hanno in troppo pochi, per loro i problemi sono limitati, mentre Il registro elettronico non basta e molti non hanno pure quello.

Non ha detto: i ragazzi potranno andare a scuola fin quando serve, la scuola è per loro, non per chi ci lavora.

Chi invece fa parte in qualche modo della piccola impresa italiana, cuore produttivo dell'Italia, oggi vede un futuro cupo. Perché se anche è arrivato un virus che avrebbe dovuto cambiare tutto, per ora, non sta cambiando proprio niente di niente.

La rifondazione di cui questo povero paese non sta arrivando e il declino che ha contribuito a generare questa tragedia non sembra finire, se si guardano i fatti oggettivamente.

La speranza però, deve esserci. Per chi ha bisogno di lavorare non può che esserci. Ed è quella che apparati come stato e chiesa, come in altri paesi, pian piano rappresentino se stessi e meno tutto il resto di chi in Italia ci vive.

Ce la faremo, è sicuro, ma non sta andando tutto bene, come del resto era logico prevedere.